Siamo liberi? O solo ben programmati?

Liberi o programmati?

Siamo liberi? O solo ben programmati?

Ti senti libero? Libero di scegliere, di pensare, di agire secondo la tua volontà? È questa l’illusione più sofisticata del nostro tempo.
Ogni giorno, milioni di persone scorrono, cliccano, cercano, condividono. Credono di esplorare il mondo. In realtà, stanno solo nutrendo un sistema che li studia, li prevede, li manipola.

Benvenuto nell’era del Capitalismo della Sorveglianza.

Non è una teoria del complotto. È il modello economico dominante, dove il tuo comportamento viene trasformato in dati predittivi, venduti al miglior offerente. Le tue emozioni, le tue abitudini, persino le tue fragilità… tutto ha un prezzo.

Ogni volta che apri Google, che metti un like su Instagram, che pronunci “Hey Siri”, qualcuno prende nota.
E non è per il tuo bene.

Hanno costruito un algoritmo che conosce i tuoi gusti meglio di te.
Ti mostra ciò che vuoi vedere — o meglio, ciò che vuole che tu veda.
Ti spinge ad acquistare, a indignarti, a distrarti, a desiderare.
Ti tiene sveglio la notte. Ti consiglia cosa guardare, cosa pensare, chi votare.

Tu non sei più un cittadino. Sei un profilo.
Una sequenza di preferenze. Un flusso continuo di click, scroll, visualizzazioni.

L’individuo? Una costruzione narrativa.
La democrazia? Una vetrina ben illuminata.
La libertà? Un sogno che ti vendono a rate, con pubblicità su misura.

Nel frattempo, l’algoritmo diventa il tuo nuovo dio. Ti guida, ti consola, ti controlla. E tu, felice come un criceto sulla ruota, corri.
Credi di andare da qualche parte. Ma non ti muovi mai.

Il futuro non è più distopico. È semplicemente… reale.

Ci hanno convinti che la tecnologia fosse neutrale. Ma la neutralità è finita quando hanno deciso che il profitto è più importante della coscienza. Quando hanno scoperto che prevedere il comportamento umano è la chiave del potere.

E tu, fratello mio, non sei più un soggetto libero.
Sei solo un dato di input in una macchina che lavora senza che tu te ne accorga.

Svegliati.

Non per distruggere la tecnologia, ma per rimetterla al suo posto.
Non per tornare indietro, ma per riprenderti la tua mente.

Prima che decidano anche quando devi sognare.

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Con una macchina fotografica in mano, riesco a vedere la bellezza anche nei dettagli più piccoli, nei paesaggi che attraversano la mia Sicilia e oltre

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