
Il mio diario di bordo – 5 maggio 2025
Il mio diario di bordo – 5 maggio 2025
Diario di bordo: non so bene quando sia iniziata questa mia abitudine, né perché l’abbia mantenuta nel tempo. So solo che, ogni volta che posso, tolgo le scarpe, le lascio lì come sentinelle distratte e scendo verso l’acqua. È strano, se ci penso: io, che nella vita faccio rumore, che entro nelle stanze con la voce e gli occhi ben svegli, che non lascio correre niente e tengo testa anche al vento… lì, in riva al mare, divento un’altra cosa.
Cammino piano, scalzo, come se temessi di svegliare qualcosa che dorme. Forse una parte di me. Il rumore, per una volta, lo lascio indietro. Nessuna parola da dire, nessuna discussione da vincere. Solo il suono delle onde e il fruscio lieve dei miei passi sulla sabbia. Non lascio il segno, non stavolta. Le impronte si cancellano in un attimo, portate via dall’acqua. Ed è proprio questo che mi piace.

C’è qualcosa di disarmante in quel silenzio. Qualcosa di puro. Non interpreto nessun ruolo, non rispondo a nessuna aspettativa. Non sono il solito me, ma – incredibilmente – mi piaccio lo stesso. O forse proprio per questo. Perché posso essere fragile, lento, quieto. Perché il mare non chiede niente, non pretende niente. Accoglie.
A volte mi fermo, guardo l’orizzonte e penso che in fondo ci vuole coraggio anche per tacere. Per non dover sempre lasciare il segno. Perché forse il segno più profondo è quello che lasci in te stesso, quando impari a riconoscerti in una versione diversa, inattesa… e autentica.
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