
Carta d’identità elettronica, Spid, impronte e firme digitali: benvenuti nella società del controllo
Carta d’identità elettronica, Spid, impronte e firme digitali: benvenuti nella società del controllo
Oggi rinnovare la carta d’identità non è più un semplice passaggio burocratico: è l’ingresso ufficiale in un sistema dove ogni cittadino diventa un nodo tracciabile in una rete sempre più capillare. Succede in tutta Italia, anche nei piccoli Comuni, dove ci si reca all’anagrafe e si torna a casa con l’attivazione della Carta d’Identità Elettronica (CIE). Un documento che non solo certifica chi sei, ma ti abilita anche allo Spid, ti permette di firmare contratti online e conserva le tue impronte digitali in un sistema centralizzato.
Una comodità, dicono. Ma anche un grande salto verso la digitalizzazione del controllo sociale. Con ogni accesso tramite Spid, ogni firma digitale, ogni documento sottoscritto online, lasciamo un’impronta (digitale e non solo) nei registri di un sistema che ci osserva. Ogni nostro movimento digitale viene tracciato, registrato, profilato.
Il risultato? Una società dove la privacy diventa un’illusione e la libertà personale è condizionata dalla connessione. Chi non è connesso, chi non possiede credenziali digitali o si rifiuta di sottostare a questo nuovo ordine elettronico, rischia l’emarginazione. Ma chi è dentro, non è forse altrettanto prigioniero?
Con la scusa dell’efficienza, della sicurezza e della lotta alla burocrazia, ci avviamo verso un modello in cui tutto è automatizzato, tutto è tracciabile, tutto è archiviato. Siamo cittadini o codici a barre? Uomini liberi o profili digitali schedati?
La CIE, nata per semplificare, è diventata lo strumento perfetto per il monitoraggio di massa. E la domanda che dovremmo farci non è solo “Cosa posso fare con la mia carta elettronica?”, ma soprattutto: “Chi potrà sapere tutto di me grazie a questa carta?”
Perché se ogni contratto, ogni prestito, ogni atto d’acquisto passa per una firma digitale… siamo ancora liberi di scegliere o stiamo solo firmando inconsapevolmente la rinuncia alla nostra libertà?
Benvenuti nella democrazia digitale. Dove tutto è trasparente, tranne chi ti guarda.
Giuseppe Cianci – per un’informazione che non ha paura di porre domande scomode.
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