La violenza non paga: una svolta di civiltà nella legittima difesa

giustizia del buon senso

La violenza non paga: una svolta di civiltà nella legittima difesa

In un’Italia dove troppo spesso la vittima si ritrova sul banco degli imputati, la proposta di Fratelli d’Italia rappresenta una boccata d’aria per chi crede nella giustizia del buon senso. Il principio è semplice, ma rivoluzionario per la nostra giurisprudenza: nessun indennizzo a chi ha minacciato o agito con violenza. Perché chi entra in casa d’altri con un’arma in pugno, o aggredisce un cittadino per strada, non può pretendere poi di passare per vittima.

Secondo l’attuale normativa, può accadere che un ladro armato, colto in flagrante, rimanga ferito da un colpo di pistola sparato dal titolare del negozio che sta rapinando – e riesca poi a ottenere un risarcimento per i “danni morali”. Un paradosso che alimenta sfiducia, disillusione e un profondo senso d’ingiustizia tra i cittadini onesti.

La proposta mira a introdurre il principio del “concorso di colpa” anche nel caso di eccesso colposo di legittima difesa. Un principio equilibrato, che non esonera del tutto chi si difende da eventuali responsabilità, ma che riconosce il peso determinante della condotta violenta dell’aggressore. In sostanza, se entri armato, consapevole di minacciare la vita altrui, non puoi lamentarti se subisci conseguenze.

Non si tratta di incentivare il far west, ma di ristabilire una gerarchia morale ed etica chiara: chi aggredisce non può godere degli stessi diritti di chi si difende. È una scelta di civiltà, un segnale netto contro la cultura dell’impunità e in favore di chi ogni giorno lavora, vive e si difende rispettando la legge.

La violenza non può e non deve pagare. Finalmente, con questa proposta, l’Italia potrebbe cominciare a rimettere le cose al loro posto.

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